Si andava
che ancora era Novembre,
prima che il gelo
lo rovinasse.
Io
e la mia compagnia
salivamo nei boschi
armati di sacchi e scatoloni
e
ai piedi dei castagni,
in rive scoscese coperte di foglie,
esposte a nord,
trovavamo
il premio di tanta fatica.
Velluto raso
stillante di pioggia
oppure
piccoli fusti
profumati e morbidi:
il muschio.
Tornavamo nel buio,
immaginando il tavolo
dove i nostri prati in miniatura
avrebbero trovato posto.
Negli anni ho scoperto
quanto delicata
e preziosa fosse questa pianta,
quanto tempo gli occorra
per rivestire tronchi e muretti.
Per lasciare
che questo incanto
rimanga nei boschi
a tappezzare gli angoli nascosti,
ho deciso
di allestire presepi diversi,
senza il verde vivo.
Quest'anno ho visto questo
e non ho resistito.
Giorno 5)
Muschio disidratato,
ghirlanda di midollino,
un abbraccio di vite,
le renne in cammino
con gli abeti in lontananza,
una stella in alto,
qualche tocco rosso
e una goccia trasparente
per dare luce.
Qualcosa di nuovo,
qualcosa d'antico.
Perché è sui ricordi
che si costruisce la vita:
quel tempo profumato
e semplice,
di me e della compagnia,
oggi
si è trasformato
in una novità
da appendere
sul camino.
Come quell'albero
della giovinezza,
costruito
per la gioia
delle mie piccole.
L'importante è costruire.
E l'abete sotto l'acqua?
Mi sa che è arrivato
il suo turno.
Giorno 6)
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