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La festa dei tre Re


L'arrivo di questi Magi
ha sempre avuto per me 
qualcosa di speciale,
un alcunché di magico
e nostalgico assieme.


Le figure maestose e dorate
davanti alla capanna,
il loro essere mistero,
partiti da chissà dove
e ritornati con assennatezza
per la giusta via...


Subito dopo,
tutto veniva ritirato,
posto negli scatoloni
e si tornava 
ai giorni normali,
senza regali da aprire,
luccichii da ammirare,
sorprese da attendere.


Ancor oggi...
con mille immagini 
da tenere sul cuore,
suoni di feste
e mattini pigri
di famiglia
che si sveglia con il sole.


Tempo per parlottare con Noah,
senza limiti,
con il suo peso leggero
tra le mani.
Tempo per indugiare
davanti allo schermo,
per perdersi nello sguardo felice
di un figlio lontano.


Tempo per ascoltare,
per ascoltarsi,
decidendo che adesso tocca a noi.
E'ora 
d'immergersi 
nella girandola delle giornate piene,
cercando,
il più possibile,
di trovare la propria stella.
Tra i primi passi,
torno bambina.


Quando la nonna me ne fece uno 
per i miei 7 anni:
a righe rosse con lunghe frange.
Lo portai tantissimo,
leggera e danzante.


Un poncho.


Sei Granny giganti 
di lana grossa 
che si lavora in poco tempo.


Si unisce,
si crea una mantella,
sbagliando,
sperimentando aumenti,
punti,
diminuzioni,
perché l'originale è in inglese
(nuovo proposito?).


Poi l'essenziale:
le frange utilizzando la custodia
di un CD di Liszt!(Qui)


Non sarò più così leggera,
ma oggi torno come allora,
davanti ai tre Re.


Mi attende 
l'assennatezza della via,
possibilmente una giusta.


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